Alessio Pellegrini
Abbiamo riconosciuto la malinconia in fondo ai nostri occhi. Una forma di malinconia di avere l'impressione di trovarci spesso in un altro posto rispetto a dove volevamo essere. Volevo ritrarti, come avevamo parlato davanti ad un americano. Non lo spiego a nessuno cosa accade esattamente poco prima dello scatto ma a te si ed è un'altra cosa che ora mi spiego. Il tuo timore di lasciami "vedere" più della malinconia, si è trasformato nel mio senso di colpa. Dovrò tenere vivo il ricordo del tuo sguardo perché non guardavi mai in macchina. È pazzesco che la prima foto te l'ho scattata più di due anni fa. Eri tra la gente, mi sei finito nel mirino, guardavi nel vuoto come le persone intorno a noi. Non ti avevo visto e nemmeno ti conoscevo. Nello scatto eri uno tra i tanti. Lo abbiamo scoperto recentemente per caso, anche se il caso non esiste. Non era il ritratto che ti avrei voluto fare, non era una foto, era la foto. La foto di una collisione, uno degli scatti più suggestivi della mia vita. Ho fotografato la collisione di due anime, due anime delicate come le nostre che in quel momento hanno deciso il loro destino e dopo più di un anno ci hanno fatti incontrare. Avevamo un sacco di progetti, un sacco di belle collisioni lavorative dei nostri mondi. Ciao Alessio, rimarrai tra le poche persone che hanno voluto conoscere la mia anima ma spaccato in due il cuore. Vorrei averti detto e raccontato più cose ma in fondo avevi capito tutto di me perché tu eri un supereroe dell’anima. Tu sei il mio supereroe. Vorrei abbracciarti per non vedere più la malinconia ed essere abbracciata per lo stesso motivo. Per chi ci conosceva, state tranquilli, non siamo stati amanti, ma ben oltre. Una storia da supereroi. Ciao meravigliosa creatura. Cristina 🖤